Il Piano di Recupero Area Via Fiorentina ad Arezzo prevede la realizzazione di un insediamento urbano articolato dal punto di vista funzionale ed architettonico, incentrato sulle problematiche di un intero settore della città: la costituzione di una centralità urbana che possa configurarsi come riferimento per l’intero quartiere; la realizzazione di un collegamento funzionale e fruitivo del tessuto urbano residenziale e dei servizi, interrompendo quello della zona a destinazione produttiva e commerciale. Si è privilegiato una organizzazione urbana addensata al centro dell’area per lasciare l’intervento inserito in una più ampia superficie con destinazione a verde pubblico ed a parco urbano, separando in tal modo l’intervento stesso dalle destinazioni produttive ancora presenti nell’area, e soprattutto finalizzandolo anche alla ricucitura con il tessuto residenziale esistente.
Si prevede la realizzazione di un tessuto edilizio integrato formato in rapporto a criteri di radicamento con la cultura e la tradizione urbana del luogo, partendo dai sistemi di aggregazione, dai tipi, dalle dimensioni e dalle unità di misura che caratterizzano la formazione e lo sviluppo del centro storico della città. Tutti tipi presenti derivano dalla lettura delle trasformazioni intervenute all’interno del tessuto edilizio storico e tradizionale, in modo tale da conferire alle strutture edilizie quella profondità archeo-logica e quel radicamento che consente alle stesse di adeguarsi alla mutazione degli usi e del costume mantenendo allo stesso tempo le caratteristiche e l’essenza del luogo, fattori oramai divenuti irrinunciabili per l’urbanistica e l’architettura contemporanea. Il sistema che conduce dalla via Fiorentina al centro dell’area si appoggia su via delle Biole con un’edilizia fondata su isolati organici, le cui dimensioni e i cui rapporti sono stati direttamente derivati dai tipi presenti nel tessuto edilizio storico della città, lasciando sulla stessa strada un margine adeguato alla realizzazione di parcheggi in linea e marciapiedi per una distanza di almeno ml. 5.00 dal confine esistente. Tale sistema di relazione urbana si apre verso il centro dell’area, con andamento perpendicolare alla stessa via fiorentina, mediante l’uso di un tessuto basato su tipi di casa in linea le cui caratteristiche derivano direttamente dallo sviluppo del processo tipologico intervenuto a partire dalle case a schiera presenti nella città storica. Il cuore commerciale e direzionale dell’area di recupero è costituito dall’edificio galleria che chiude l’intervento verso l’area produttiva e si pone come fondale di riferimento per il complesso dell’intervento. Tale struttura si basa sull’archetipo della Galleria Vasariana di Piazza Grande, come questa rimane permeabile all’attraversamento pedonale dal centro dell’area verso la strada adiacente e verso il parco pubblico collocato a filtro nei confronti della suddetta area produttiva. La forte unitarietà del fronte sulla piazza interna ricuce una struttura che, soprattutto nei tre piani di residenza, si presenta molto articolata e permeabile a flussi pedonali. Il nucleo a pianta ottagonale dove sarà collocato il museo della Uno A Erre ed il suo punto outlet, rimane portatore dell’essenza del luogo, memoria e simbolo, inteso nel senso etimologico del termine Sym-ballo, gettare insieme, tenere insieme, rammemorare. L’ottagono costituisce il fulcro anche per chi arriva dalla nuova strada e dal nuovo ponte di San Leo, rispetto ai quali viene mediato dai due edifici della struttura turistico ricettiva che ricercano il loro archetipo, evolvendolo, nello Spedale rinascimentale. Uno dei due edifici si relaziona direttamente con la struttura del parcheggio pubblico pluripiano e del parco pensile, l’altro si relaziona direttamente con il tessuto residenziale assieme al quale viene a costituire un isolato urbano. Fulcro generale dell’intervento a scala urbana è la struttura del centro di servizi e delle attrezzature di interesse comune e di uso pubblico, la cui organizzazione rimanda direttamente all’archetipo della basilica romana, per l’impianto ma anche per le modalità di fruizione e per le destinazioni d’interesse collettivo in essa ospitate.
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